«Chi sopporterebbe gli scherni che il merito riceve?» già si interrogava Amleto. Ne sanno qualcosa i dimenticati o i semisconosciuti innovatori destinati a sopportare nello scorrere degli anni, quando non dei secoli, lo scherno del silenzio o l'amara beffa di vedere assegnati ad altri merito e gloria della scoperta. Massimo Sideri con questo suo “La sindrome di Eustachio. Storia italiana delle scoperte dimenticate” rende ora il dovuto riconoscimento a molti trascurati inventori italiani, dei caratteri mobili come del microchip, degli occhiali come del pianoforte, delle banche come del robot, della matita come del primo libro tascabile. Con la riconoscenza, fra gli altri, di Meucci, padre del telefono, di Torricelli scopritore del vuoto, di Bellini che ha disegnato il pc, soprattutto di Bartolomeo Eustachi che si è meritato il titolo del libro.

Pier Francesco Gasparetto