Finalista edizione 2020

Autore:
Opera:
La società signorile di massa
Casa editrice:
La Nave di Teseo
Opera

Come può una società signorile essere anche di massa? Con questa paradossale definizione, Luca Ricolfi introduce una nuova, forse definitiva, categoria interpretativa, che scardina le idee correnti sulla società in cui viviamo. Oggi, per la prima volta nella storia d’Italia, ricorrono insieme tre condizioni: il numero di cittadini che non lavorano ha superato ampiamente il numero di cittadini che lavorano; l’accesso ai consumi opulenti ha raggiunto una larga parte della popolazione; l’economia è entrata in stagnazione e la produttività è ferma da vent’anni. Questi tre fatti, forse sorprendenti ma documentabili dati alla mano, hanno aperto la strada all’affermazione di un tipo nuovo di organizzazione sociale, che si regge su tre pilastri: la ricchezza accumulata dai padri, la distruzione di scuola e università, un'infrastruttura di tipo para-schiavistico.

Luca Ricolfi compone un ritratto di straordinaria intelligenza, senza alcun giudizio morale, per nulla ideologico ma chiaro e spietato. Un libro rivoluzionario, che pone alcune domande essenziali: l’Italia è un caso unico o anticipa quanto accadrà su larga scala in Occidente? E, soprattutto, qual è il futuro di una società in cui molti consumano e pochi producono?

“La tesi che vorrei difendere in questo libro è che l’Italia non è una società del benessere afflitta da alcune imperfezioni in via di più o meno rapido riassorbimento, ma è un tipo nuovo, forse unico, di configurazione sociale. La chiamerò 'società signorile di massa' perché essa è il prodotto dell’innesto, sul suo corpo principale, che resta capitalistico, di elementi tipici delle società signorili del passato feudale e precapitalistico. Per società signorile di massa, intendo una società opulenta in cui l’economia non cresce più e i cittadini che accedono al surplus senza lavorare sono più numerosi dei cittadini che lavorano”.




Giudizio della Giuria

Il libro di Ricolfi si pone l’obiettivo di definire la società italiana contemporanea (successiva, in particolare, alla crisi del 2008) sciogliendo la contraddizione di fondo che serpeggia tra le varie analisi e narrazioni solitamente offerte al riguardo: alcuni la descrivono infatti povera e attraversata da profonde e crescenti disuguaglianze, altri la descrivono al contrario opulenta e in crescita. Per Ricolfi l’Italia non è, come si sarebbe tentati di dire, una società del benessere in cui permangono delle anomalie (che potrebbero essere corrette) ma è un tipo nuovo. È «una società opulenta in cui l’economia non cresce più e i cittadini che accedono al surplus senza lavorare sono più numerosi dei cittadini che lavorano», una società caratterizzata da “non-lavoro dei più”, dall’accesso di massa ai consumi e dalla stagnazione. Dotata di una propria fenomenologia e di una propria forma mentis, la società signorile di massa poggia su alcuni pilastri, il più importante e il più recente dei quali è la l’infrastruttura paraschiavistica costituita dal lavoro degli immigrati. Il libro di Ricolfi, chiarissimo e ben documentato, avanza una tesi molto precisa e formula interrogativi di assoluto interesse.

Tiziano Toracca

Autore

Luca Ricolfi

Luca Ricolfi (Torino, 1950), sociologo, insegna Analisi dei dati presso l’Università di Torino. Ha fondato la rivista di analisi elettorale “Polena” e l’Osservatorio del Nord Ovest. Attualmente é Presidente e responsabile scientifico della Fondazione David Hume. Fra i suoi libri: Perché siamo antipatici? (2005), Tempo scaduto. Il contratto con gli italiani alla prova dei fatti (2006), Illusioni italiche (2010), Il sacco del Nord (2012), La sfida. Come destra e sinistra possono governare l’Italia (2013), L’enigma della crescita (2014), Sinistra e popolo (2017).

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