Che ruolo ha un’istituzione pubblica di cultura? E qual è la sua «forma»? Esiste un paradigma, un modello da emulare ed esportare?
Paolo Baratta, grande protagonista della Biennale di Venezia per oltre vent’anni, ne scrive il racconto tra memoria culturale, cronaca personale e analisi economico-politica. Al fine di introdurre alle dinamiche di una realtà tanto complessa e affascinante, l’autore delinea le vicende e tratteggia le personalità che l’hanno guidata, restituisce i fermenti e le contraddizioni che l’hanno attraversata e il contesto di alcune opere e artisti che l’hanno segnata e caratterizzata.
Non meno importante è l’indagine dei rapporti con la politica e dei cambiamenti istituzionali, dalle origini fino agli anni novanta. La grande riforma del 1998 infatti, che coincide con l’inizio della presidenza Baratta, trasforma la Biennale in un soggetto pubblico imprenditoriale, aprendo la strada a un’autonomia e indipendenza tanto attese dopo decenni di instabilità e incertezze. Tra intuizioni, scelte difficili, battaglie e conquiste, un percorso appassionante in cui si ricostruiscono le tappe del ridefinirsi di un’istituzione che si «riforma» dall’interno, con l’obiettivo di assicurare efficienza strutturale ed economica. Tutto ciò mantenendo nel tempo la sua vocazione: diffondere conoscenza, generare il desiderio di una nuova consapevolezza, sostenere la funzione dialettica dell’arte e della ricerca, promuovere la collaborazione e il dialogo tra i protagonisti della filiera.
La vicenda della Biennale rivela dunque la storia di uno straordinario luogo di confronto, di un punto di riferimento per il dibattito artistico, di una fabbrica di innovazione e progettualità, uno strumento vivo che opera nel tessuto di una città viva.
Se Stravinskij amò Venezia e volle esservi sepolto si deve alla Biennale che nel 1951 ospitò la prima assoluta della sua opera "La carriera di un libertino". Altri primati racconta Paolo Baratta, a lungo presidente della rassegna internazionale più antica d'Italia. In 127 anni di arte, musica, cinema, teatro, architettura, balletto si specchiano la politica e la società. L'autore affronta nodi tuttora cruciali del fare cultura, amministrarla, diffonderla. Per questo la giuria conferisce il Premio speciale al suo saggio "Il Giardino e l'Arsenale".
Alberto Sinigaglia
Paolo Baratta, laureato in Ingegneria al Politecnico di Milano e in Economia a Cambridge, vanta una lunga serie di incarichi nel settore pubblico e privato. Più volte ministro tecnico alla guida di vari dicasteri – nel primo governo Amato per il riordinamento delle Partecipazioni statali, poi del Commercio con l’estero nel governo Ciampi, dei Lavori pubblici e dell’Ambiente nel governo Dini -, è stato presidente della Biennale di Venezia dal 1998 al 2001 e dal 2008 al 2020.