Finalista edizione 2023

Opera:
Quarantamila. I 35 giorni della città di Torino
Casa editrice:
Scritturapura
Opera
Cristiano Ferrarese è nato a Busalla (Genova) una cinquantina di anni fa, ha vissuto a Mantova fino al 2015, anno in cui si è spostato a Bristol. Nel 1993, a Padova, si è laureato a pieni voti in filosofia con una tesi su Max Stirner. È stato cameriere, operaio, libraio, insegnante di scuola superiore, impiegato, sindacalista CGIL e portiere di notte in un hotel a 5 stelle. Ha pubblicato 1967 e 1976 (Hacca), Prigionieri della neve (Relapsus), Mi chiamo Cristiano Ferrarese, ho 44 anni e mi sento una persona fortunata (Il Galeone). Ha tradotto J. Austen, Sir Douglas, Jerome Jerome K, J. London, M. Shelley e M. Twain. Ha curato alcune mostre d’arte. Tifa Genoa. È ottimista per disperazione, come diceva Leo Ferré.
Giudizio della Giuria

Torino, autunno 1980. Dalla radio arrivano le parole di Impressioni di settembre della PFM, perfette per quei giorni. La temperatura è ancora dolce e Josif è appena tornato dal mare. È iscritto a Filosofia, gli manca ancora qualche esame e intanto, per mantenersi, fa l’operaio a Mirafiori. Anche suo padre lavora alle presse, da tutta la vita. Il ritorno in fabbrica non è stato dei migliori. Nelle officine girano voci su licenziamenti di massa, si parla di 13.000 lavoratori, l’aria si sta facendo pesante, il sindacato aspetta che la FIAT accetti la richiesta di cassa integrazione. L’azienda tiene duro e iniziano gli scioperi. Gli operai presidiano i cancelli. Ma i quadri non ci stanno …

Motivazione della giuria:

Alla "Marcia dei 40 mila" erano parecchi in meno il 14 ottobre 1980 a Torino, ma la novità e la quantità di capi reparto, impiegati e “quadri” della Fiat che sfilavano per le vie del centro, composti e compatti, in giacca, cravatta, cartelli e striscioni ispirarono ai giornali quell’immagine e quel titolo con il quale l’episodio rimarrà nella storia. Gli storici infatti se ne occuparono: con il sorprendente corteo culminavano settimane drammatiche per le masse operaie minacciate di cassa integrazione, licenziamenti, prepensionamenti e per il Paese. In campo protagonisti dell’industria e della politica: Gianni Agnelli e il suo duro amministratore delegato Cesare Romiti, il segretario comunista Enrico Berlinguer, la triade sindacale Lama-Carniti-Benvenuto, Cossiga capo del governo che cadeva proprio in quei giorni complicando la situazione, Pertini al Quirinale. In gioco il futuro di migliaia di famiglie e il destino di una città e della più importante azienda italiana. Tuttavia la scena fu totalmente conquistata da quella "prima volta" in cui le "tute blu" si trovarono contro non solo “i padroni”, ma all’improvviso anche “i colletti bianchi”, esasperati da trentacinque giorni di picchetti sindacali che impedivano loro di entrare in fabbrica e negli uffici, determinati a difendere il proprio ruolo e a riprendere il proprio lavoro. Trentacinque giorni che Cristiano Ferrarese racconta dalla parte degli operai in un romanzo corale con al centro un padre fino a quel momento orgoglioso dipendente Fiat, il figlio operaio e studente, la loro famiglia e i loro affetti. Oltre a un valore letterario, "Quarantamila" ha il merito di ricordare oggi la svolta sindacale di quarantatré anni fa. Consente un confronto tra quelle scelte (quegli errori) con le mutazioni sindacali attuali in un’Italia economicamente, socialmente, politicamente molto mutata. E forse più fragile.

Alberto Sinigaglia

Autore

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