Finalista edizione 2013

Autore:
Opera:
Nessuno è indispensabile
Casa editrice:
Einaudi
Opera

Impiegato modello in un'azienda modello - italiano medio tragicamente modello -, Michele Gervasini fa coincidere la sua idea di felicità con gli angoli acuti del contratto a tempo indeterminato. E poco importa se ogni mattina deve affrontare il traffico isterico della via Pontina per raggiungere il suo ufficio alla Montefoschi, azienda leader nella produzione di latte e derivati. Lì lo aspettano gli altri dipendenti dell'Ufficio pianificazione e controllo, una pattuglia di buffi animali da scrivania che vive - non solo simbolicamente - all'ombra dell'enorme, minacciosa mucca aziendale in vetroresina che campeggia davanti agli stabilimenti.

Ma un giovedì mattina la più mite fra le colleghe si dà fuoco nello sgabuzzino delle scope, e all'improvviso bisogna rivedere i confini di quelle giornate che fino ad allora avevano funzionato con l'efficienza di un formicaio.

Con lo spirito dissacrante di una commedia tragicomica, Nessuno è indispensabile compie un piccolo miracolo: sovverte la tradizione del romanzo industriale seguendo il ritmo e la grammatica della contemporaneità, per descrivere in maniera umanissima e feroce i rituali, le mitologie, il misticismo laico che stanno alla base della vita aziendale. Peppe Fiore racconta la deriva impazzita del mondo in cui viviamo, la nevrosi da scrivania, i tic e le frustrazioni di ogni giorno, mettendo in scena con un'irresistibile dose di cinismo personaggi che non hanno a disposizione un'altra vita, né il desiderio di immaginarsela.
Se è vero che in ufficio contano solo gli obiettivi raggiunti, quando un tuo collega lascia vestiti e scarpe a filo della balaustra - allineati con la massima precisione - prima di gettarsi nel vuoto in mutande e canottiera, forse la strategia va ripensata. E non solo quella aziendale.


Giudizio della Giuria

L’alienazione industriale raccontata cinquant’anni addietro da Paolo Volponi nel suo “Memoriale” diventa fiaba surreale, mitologia del disagio lavorativo, nel romanzo di Peppe Fiore “Nessuno è indispensabile”. Apologo di una contemporaneità mal suddivisa tra disoccupazione e lavoro annichilente, il libro trova nel paradosso il suo punto di forza, diventando qualcosa di simile a un collettivo grido di dolore e di protesta, un’allegoria che non vola verso cieli liberi come nel remoto film “Miracolo a Milano” di De Sica, ma si coniuga con la volontà di recuperare il lato umano del mondo lavorativo, quello in cui ciascun individuo spende la maggior parte del tempo e della vita.

Nessuno è indispensabile, neanche in un’azienda modello come la premiata industria casearia Montefoschi dell’hinterland romano: l’incolore protagonista, l’impiegato Michele Gervasini, lo capisce quando l’agognata promozione viene messa all’angolo da una inspiegabile serie di suicidi tra i dipendenti della ditta, che fanno vacillare le apparenti sicurezze dell’intera struttura produttiva. Per la serie tutto va bene finché va bene, Fiore tende a mostrare in pubblico il crollo dei sottili equilibri che reggono il mondo industriale e lavorativo, oggi. Paranoie, invidie, malumori, fobie, rituali, organigrammi psicologici, tutto quanto regge fino a quando il metronomo della produttività impeccabile non impazzisce. Allora crollano miti e valori, si aprono le falle nella perfezione di un universo perfetto perché fasullo, studiato a misura di slogan più che rispettando i ritmi dell’individuo, che quando procede in massa regge i colpi del sistema, ma se perde il passo cede, crolla, si autoannienta, trascinando con sé l’universo produttivo di cui fa parte. Allegorico, fanta-industriale, ma ben piantato nell’isteria sempre meno umana di queste stagioni di guerra sociale.

Sergio Pent

Autore

Peppe Fiore

Peppe Fiore è nato a Napoli nel 1981 e vive a Roma. Ha pubblicato le raccolte di racconti L'attesa di un figlio nella vita di un giovane padre, oggi (Coniglio 2005), Cagnanza e padronanza (Gaffi 2008) e il romanzo La futura classe dirigente (minimum fax 2009).

Altre opere Edizione 2013